Oggi Anatoly Karpov compie ben 70 anni, leggenda ed ex campione del mondo di scacchi, che rimase in piena attività da campione fino al 1991. In questo articolo celebreremo la sua interessante e notevole carriera scacchistica, dagli esordi al mondiale vinto a tavolino contro Fischer, dai match mondiali contro il temibile Korchnoj alla sfida delle due K, dai mondiali FIDE vinti dopo la nascita della PCA all’attività politica e la candidatura a presidente della FIDE.
IN BREVE
Indice
Uno sguardo alla sua vita
Karpov nasce il 23 maggio 1951 a Zlatoust, una città mineraria sul versante occidentale dei monti Urali, nell’ ormai ex Unione Sovietica, ha imparato a giocare a scacchi all’età di quattro anni grazie agli insegnamenti del padre Evgeny Stepanovič.
Karpov era ancora in tenera età quando l’intera famiglia, con la madre Nina e la sorella Clarissa, si trasferirono a Mosca per permettere al padre di portare a compimento il corso di studi universitario in ingegneria meccanica.
Terminati gli studi del padre, la famiglia Karpov si trasferì nuovamente nella regione degli Urali, e fu così che le prime frequentazioni scacchistiche del futuro campione del mondo avvennero nel dopolavoro della fabbrica metallurgica di Zlatoust, dove il padre occupava un ruolo dirigenziale. Durante tutta la sua infanzia il giovane Karpov, come veniva chiamato in famiglia, ebbe costanti problemi di salute, dovuti soprattutto alla sua fragile costituzione; questo però non gli impedì di brillare per il suo precoce talento. infattiriuscì a scalare rapidamente tutte le categorie minori, sino a raggiungere il livello di candidato maestro a soli dodici anni.
In seguito a questa prestazione, poco tempo dopo fu ammesso nella prestigiosa scuola di scacchi dell’ex campione del mondo Michail Botvinnik, che in seguito sarà anche il maestro del noto Garri Kasparov. (a differenza di Kasparov, Karpov svilupperà uno stile di gioco molto più strategico che tattico)

Il suo esordio nel mondo degli scacchi
Agli inizi dei suoi studi con l’ex campione del mondo, Karpov non brillò particolarmente: si rivelò infatti un mediocre solutore di studi e problemi scacchistici e un giocatore dallo stile non ben definito, tanto da spingere Botvinnik ad un giudizio iniziale poco lusinghiero.
«Il ragazzo non sa nulla di scacchi: non vedo alcun futuro per lui in questa professione.»
Michail Botvinnik
Probabilmente è stato decisivo per il giovane Anatoly l’incontro con le partite ed i libri del grandissimo José Raúl Capablanca. Il campione cubano degli anni venti, molto conosciuto e amato in Unione Sovietica, possedeva di fatto un gioco posizionale, all’apparenza semplice ma dotato di estrema precisione e di una profonda efficacia strategica, che ben si addiceva allo stile di Karpov. Per ammissione dello stesso Karpov il Manuale degli scacchi di “Capablanca” fu la sua prima lettura scacchistica.
Karpov nel 1967 a Groninga grazie allo studio e all’applicazione, aiutato da una forte volontà, Karpov sconfessò presto il giudizio negativo dato da Botvinnik maturando anche dal punto di vista agonistico e divenendo nel 1966, all’età di soli 15 anni, il più giovane Maestro dell’Unione Sovietica.
Qualche mese più tardi la federazione sovietica lo inviò come rappresentante “dell’ Unione Sovietica” al torneo internazionale di Třinec in Cecoslovacchia.
La federazione scacchistica sovietica, organismo potente ma burocratico, era caduta in uno spiacevole equivoco sulla natura della competizione credendo che fosse una gara giovanile e si sfiorò un piccolo incidente diplomatico quando i cechi fecero presente che si trattava invece di un torneo principale, riservato ai giocatori adulti. La cattiva impressione degli organizzatori venne accentuata dal fatto che Karpov, magro, non molto alto e fisicamente gracile, dimostrava ancor meno della sua età anagrafica. Il giovane russo alla fine della fiera tolse tutti dall’imbarazzo iniziale prendendo parte al torneo e vincendolo in maniera strepitosa.
Nei mesi successivi Karpov mieté in rapida successione tutti i premi riservati ai propri coetanei: nel 1967 si piazzò quinto nel campionato sovietico juniores di scacchi, qualche mese dopo, vinse il campionato europeo nella medesima categoria. Nel suo girone, il comando fu preso immediatamente dall’olandese Jan Timman, che negli anni successivi diventerà uno dei più forti giocatori in circolazione.
Al quarto turno Timman, a punteggio pieno, dovette affrontare l’assalto del giovane russo distaccato di solo mezzo punto. L’apertura fu un’inglese (1.c4) e Karpov mostrò la sua piena potenza in in 41 mosse. Con il successo prese il comando della classifica chiudendo vittorioso con 5½ su 7. Nel corso del 1968 Karpov fu preso sotto l’ala protettrice di Semën Furman, un forte Grande Maestro sovietico, che fu il suo allenatore fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta nel 1978.
Furman lo condusse nel 1969 al trionfo nel campionato del mondo juniores disputatosi a Stoccolma, ottenendo un punteggio di 10 punti su 11 disponibili. Immediatamente dopo raggiunse il quarto posto nel torneo internazionale di Caracas, ottenendo il più ambito titolo scacchistico,quello di Grande Maestro, all’epoca il più giovane del mondo.

L’Unione Sovietica sceglie Karpov
Con l’inizio del nuovo decennio il gioco di Karpov subì un notevole miglioramento e il suo punteggio Elo ne risentì positivamente, passando dai 2540 punti del 1971 ai 2660 del 1973, quando giunse secondo nel campionato assoluto dell’Unione Sovietica e fece ancor meglio nel torneo Interzonale di Leningrado, arrivando primo, anche se in coppia con il temibile Viktor Korčnoj. La sua vittoria nell’Interzonale spalancò le porte nel ciclo di selezione dei candidati del 1974, il cui vincitore avrebbe ottenuto il diritto di sfidare il campione del mondo in carica.
Il mondo scacchistico russo era ancora in soqquadro a causa della pesantissima sconfitta subita per mano di Bobby Fischer nel 1972 e la federazione cercava a tutti i costi un campione da contrapporre al fortissimo americano. Spasskij rimaneva uno dei più forti scacchisti al mondo, ma psicologicamente distrutto dall’incontro in cui poco tempo prima aveva perso il titolo mondiale.
I vertici scacchistici russi inoltre gli rimproveravano il suo carattere poco volitivo, imputandogli in particolare la sua condotta rinunciataria in quella circostanza.
Botvinnik, era troppo vecchio, si ritirò dalle competizioni attive; ed anche gli altri ex campioni del mondo ancora in attività, Vasilij Smyslov e Tigran Vartani Petrosyan, erano abbastanza in là con gli anni. Michail Tal’ pativa frequenti problemi di salute che gli avrebbero impedito di reggere la tensione di un incontro lungo e faticoso come quello per il titolo mondiale contro il fortissimo americano.
Il più forte degli scacchisti russi pareva all’epoca Korčnoj, che però aveva la brutta fama di essere dissidente politico (pochi anni dopo infatti avrebbe abbandonato l’URSS) e i russi non avevano alcuna intenzione di sostenerlo.
Anche in questo caso Karpov tolse la federazione scacchistica russa dall’imbarazzo spazzando via tutta la vecchia guardia: al primo turno Leŭ Paluhaeŭski fu liquidato con un secco 5,5 a 2,5. In semifinale Spasskij, dopo aver vinto la prima partita, fu travolto per 7 a 4.
Infine Karpov affrontò il temuto Korčnoj nella finale dei candidati, fu l’incontro più combattuto Karpov vinse mostrando ancora una volta le sue grandi capacità con un punteggio 12,5 a 11,5 nonostante la differenza di punteggio non fosse altissima stiamo parlando sempre di due giocatori di altissimo livello tra cui Karpov che a soli 24 anni era di fatto lo sfidante del campione del mondo.
Karpov inizialmente fu reputato forse troppo giovane per il ruolo, ma per il resto era perfetto per incarnare la volontà di rivincita dei russi: Karpov era infatti all’epoca un attivo membro del PCUS (Partito Comunista dell’ Unione Sovietica) faceva parte del Comitato Centrale del Komsomol (la gioventù comunista-leninista dell’Unione Sovietica). Inoltre, fatto non trascurabile, Karpov era un russo “puro”, diversamente da buona parte dei maggiori campioni sovietici prima e dopo di lui: Botvinnik e Paluhaeŭski infatti avevano origini ebraiche, Tal’ era lettone (oltre che ebreo anch’egli), Petrosyan armeno.

Il rifiuto di Fischer
Karpov tuttavia non riuscì mai a sedersi contro l’americano alla scacchiera per forfait dell’imprevedibile campione del mondo in carica. Infatti Fischer, non aveva più giocato dall’epoca del precedente match con Spasskij, intendeva infatti imporre allo sfidante ed alla federazione internazionale di scacchi una serie di condizioni economiche e regolamentari che quest’ultima ritenne inaccettabili.
Per rimettere in palio il suo titolo, l’americano pretendeva che venissero introdotte alcune regole che, a suo dire, trovavano giustificazione in alcuni precedenti storici. La prima condizione fu quella di una sfida senza numero massimo di partite: come nell’incontro tra Capablanca e Alechin del 1927 non si sarebbe tenuto conto delle patte, la richiesta fu probabilmente fuori luogo: come avrebbero dimostrato le sfide seguenti, gli scacchi erano tutta un’altra storia da quello storico duello. Con lo sviluppo della teoria negli ultimi quarant’anni le patte erano divenute molto più frequenti, giocare senza tenerne conto sarebbe risultata un’impresa assai difficoltosa. La fama e il carisma di Fischer tuttavia erano tali che il presidente della FIDE, lo stimato campione olandese del passato Max Euwe, si dichiarò pronto a modificare in tal senso le regole.
A questo punto Fischer alzò la posta e, basandosi sul precedente della sfida Lasker – Schlechter del 1910, pose un’altra condizione che nel caso si raggiungesse una situazione di parità sul 9-9 il campione avrebbe conservato il titolo. di fatto questo significava che Karpov avrebbe dovuto vincere dieci incontri mentre a Fischer ne sarebbero bastati nove poiché lo sfidante era nella pratica obbligato a sopravanzare il campione uscente di almeno due punti, lasciando il campione in carica a massimo 8 vittorie. La federazione dichiarò assolutamente irricevibile quest’ultima richiesta: oltre a risalire agli albori del campionato del mondo, quando la FIDE non esisteva ancora, la condizione imposta da Lasker a Schlechter fece scandalo già all’epoca ed è tuttora nota come una delle clausole più antisportive della storia degli scacchi.
La lunga trattativa tra Fischer ed Euwe non portò a nulla: pertanto la federazione mondiale decretò Fischer decaduto e Karpov divenne il nuovo campione del mondo. Karpov fu nominato campione il 3 aprile 1975 e come tale incoronato il 24 dello stesso mese nel corso di una solenne cerimonia nella sala delle Colonne, nel centro di Mosca. Un campione privato del titolo da una decisione d’ufficio ed un titolo assegnato senza muovere neppure un pedone: era la prima volta nella storia che si verificava un fatto del genere ma, come si vedrà in seguito, non sarebbe stata l’ultima. Approfittando di questa inattesa pausa Karpov si laureò in economia politica all’università di Leningrado.
Il giovane russo venne sminuito dai molti critici che non credevano ad una sua vittoria nel caso che la sfida si fosse effettivamente consumata ma Karpov seppe farsi valere vincendo pochi mesi più tardi la sua ascesa al trono mondiale il torneo di Milano 1975, uno dei più forti mai disputati fino ad allora. In seguito Karpov seppe evidenziarsi come un fortissimo giocatore da torneo e ribadì il suo diritto alla corona mondiale senza che nessuno lo potesse più contraddire.
La sfida con Andersson
1.e4 e5 2.Nf3 Nc6 3.Bb5 a6

4.Ba4 Nf6 5.O-O Be7 6.Re1 b5 7.Bb3 O-O 8.c3 d6 9.h3 Na5 10.Bc2 c5 11.d4 Qc7

12.Nbd2 Bb7 13.d5 Bc8 14.Nf1 Bd7 15.b3 Nb7 16.c4 Rfb8 17.Ne3 Bf8 18.Nf5 Nd8

19.Nh2 Ne8 20.h4 f6 21.h5 Nf7 22.Re3 Ng5 23.Nh4 Qd8 24.Rg3 Nc7 25.N2f3 h6 26.Ng6 a5 27.a4 bxc4 28.bxc4 Na6 29.Qe2 Ra7 30.Bd2 Rab7 31.Bc3 Nb4 32.Bd1 Na6 33.Nd2 Nb4 34.Re3 Be8 35.Nf1 Qc8 36.Ng3 Bd7 37.Qd2 Nh7 38.Be2 Kf7 39.Qd1 Be7 40.Nf1 Bd8 41.Nh2 Kg8 42.Bg4 Ng5 43.Bxd7 Qxd7 44.Nf1 f5 45.exf5 Qxf5 46.Ng3 Qf7 47.Qe2 Bf6 48.Rf1 Qd7 49.f4 exf4 50.Rxf4 Bxc3 51.Rxc3 Re8 52.Re3 Rbb8 53.Qf2 Nh7 54.Nf5 Rxe3 55.Qxe3 Nf6 56.Nge7+ Kh8 57.Nxh6 Re8 58.Nf7+ Kh7 59.Re4 Rxe7 60.Rxe7

Anatoly Karpov Vs Viktor Korčnoj
Nel 1978 Karpov si trovò ben presto a difendere il titolo a Baguio nelle Filippine, il paese del futuro presidente della FIDE, Florencio Campomanes. L’avversario era ancora Viktor Korčnoj, un avversario già incontrato e sconfitto nella finale dei candidati del 1974.
I due giocatori non potevano essere più che diversi: Karpov era di gran lunga più giovane di Korčnoj; Karpov era abituato ad uno stile vicino a quello di Botvinnik e della maggior parte dei campioni russi, votato ad una manovra posizionale e razionale, Korčnoj portabandiera di un gioco molto aggressivo, come nello stile di Fischer e Larsen, votato all’attacco, ai sacrifici e a suo agio nelle posizioni involute.
Soprattutto, come già detto, Karpov era un esponente del partito, mentre Korčnoj era un dissidente espulso dall’URSS, che per rappresaglia lo aveva privato della cittadinanza.
L’incontro assunse quindi subito connotati politici di sfida tra il blocco sovietico e gli avversari occidentali, che per certi versi replicarono le modalità del match Fischer – Spasskij di soli sei anni prima. Nel corso di ben trentadue partite necessarie a concludere la sfida non mancarono le accuse reciproche e le strumentalizzazioni politiche, così come i tentativi di disturbare l’avversario e le polemiche lanciate attraverso la stampa.
Su richiesta dell’équipe di Korčnoj si è arrivato persino a controllare la sala di gioco con un contatore Geiger per controllare il livello di radiazioni: il capo delegazione sovietico Baturinskij convocò rapidamente una conferenza stampa in cui dichiarò molto seriamente: “Disse ufficialmente che l’Unione Sovietica non ha sganciato la bomba atomica sulle Filippine”. In seguito il russo dottor Zuhar fu accusato di disturbare Korčnoj attraverso l’uso di presunti poteri paranormali. Così, per evitare possibili influenze parapsicologiche, gli organizzatori dovettero vietargli di sedersi in una delle prime cinque file delle poltrone riservate agli spettatori.
Vi era una pesante eredità dalle richieste fatte da Fischer pochi anni prima: le patte non vennero conteggiate. Si sarebbe aggiudicato il titolo chi per primo avesse raggiunto le sei vittorie. Da quando la FIDE aveva iniziato a gestire direttamente la contesa per il titolo, cioè dal secondo dopoguerra in poi, era la prima volta che il campione uscente non godeva di nessun privilegio in caso di parità.
Per compensare in qualche modo questa mancanza venne introdotta nuovamente la clausola (abolita dal 1963) che prevedeva la possibilità per il campione detronizzato di richiedere la rivincita entro un anno.
Dopo una serie iniziale di patte nel corso della quale i due avversari si studiarono, Karpov vinse l’ottava partita; Korčnoj riequilibrò il risultato all’undicesima. Karpov, vincendo le partite 13, 14 e 17 riuscì a portarsi ad un punteggio di 4-1. Korčnoj vinse la ventunesima e Karpov la ventisettesima: gli mancava quindi un solo punto per raggiungere la vittoria. A questo punto il giocatore russo entrò in una profonda crisi di concentrazione e risultati, che permise al più anziano Korčnoj un’inattesa rimonta sino al 5-5.
Dopo aver patito la quinta sconfitta nella trentunesima partita però Karpov seppe trovare in sé le ultime risorse per non crollare approfittando di una svista di Korčnoj riuscì strappare l’ultimo e decisivo punto nell’incontro successivo.
Nel 1981 Karpov si trovò nuovamente a difendere il titolo, ancora contro Korčnoj (nel frattempo divenuto cittadino svizzero), questa volta a Merano, nel primo incontro per il titolo mondiale mai tenutosi in Italia. Questa volta l’avversario si rivelò decisamente meno potente, e Karpov ebbe la meglio su di lui con un maestoso 6-2 inflitto in sole diciotto partite.

Partita contro Korčnoj
1.e4 e6 2.d4 d5 3.Nd2 c5 4.Ngf3 Nc6

5.exd5 exd5 6.Bb5 Bd6 7.dxc5 Qe7+ 8.Qe2 Bxc5 9.Nb3 Bb6 10.Ne5 Kf8 11.Bf4 Qf6 12.Bg3 h5 13.h4 Nge7 14.O-O-O Nxe5 15.Bxe5 Qxf2 16.Bxg7+ Kxg7 17.Qxe7

17….Bf5 18.Qe5+ f6 19.Qe7+ Kg6 20.Rd2 Be3 21.Rf1 Bxd2+22.Nxd2 Qd4 23.Rxf5 Kxf5 24.Bd3+ Kf4 25.Qd6+ Qe5 26.Qb4+ d4 27.Ne4 Kf5 28.Qxb7 Kg4 29.Be2+

29…. Kxh4 30.g3+ Kh3 31.Nf2+ Kh2 32.Qh1+ Kxg3 33.Ne4+ Kf4 34.Qf3#
Le sfide delle doppie K
Kasparov si unisce al mondo degli scacchi
All’inizio degli anni ottanta, non essendoci più il “terribile Viktor” ed essendo invecchiata la precedente generazione di campioni, Karpov attraversò il periodo della sua massima carriera scacchistica.
Il suo stile era maturato abbastanza tanto da permettergli una stupenda tenuta agonistica, anche nelle competizioni più lunghe ed impegnative, era a dir poco perfetto. Nella prima metà del decennio il campione di Zlatoust pareva realmente imbattibile e vinse in sequenza numerosi tornei di altissimo livello: Tilburg 1979, 1980, 1982 e 1983, Bugojno 1980, Linares 1981, Torino 1982, Londra 1984 e questi sono solo alcuni dei più noti.
Nel frattempo anche un nuovo campione stava crescendo e la sua marcia sembra proprio ineluttabile, quel campione era Kasparov che con il suo gioco d’attacco si differenziava totalmente dalla strategia pacata ed inesorabile di Karpov.
Il diverbio del match 1984-85
Kasparov riuscì a vincere il torneo dei candidati e a sfidare Karpov per il titolo mondiale, nel settembre 1984 a Mosca. Le differenze di stile e la differenza di personalità tra Karpov e Kasparov erano ancora più marcate di quelle tra Karpov e Korčnoj: il giovane e ribelle Garri sembrava incarnare quella voglia di novità che attraversava tutta l’Unione Sovietica al termine dell'”era Brežnev” e che si sarebbe concretizzata di lì a poco con l’avvento di Gorbačëv. Il suo stile aggressivo e dinamico contravveniva a quello che, con poche eccezioni, era il tradizionale gioco posizionale e attendista della nota scuola sovietica.
Lo sfidante forse patì eccessivamente il peso delle circostanze e, almeno inizialmente, scelse uno stile di gioco eccessivamente prudente e per lui innaturale. Karpov vinse grazie a ciò in rapida successione quattro partite nelle prime nove; seguirono ben diciassette patte, dopodiché Karpov vinse ancora, segnando un fantastico 5-0 . A questo punto, forse per la presunzione di vittoria accadde un pò ciò che avvenne nel primo match con Korčnoj, ad un solo punto dal titolo Karpov entrò in crisi.
Kasparov, riprendendosi dallo shock delle cinque sconfitte iniziali, considerò di non avere più nulla da perdere, paradossalmente, iniziò a giocare meglio poiché ciò gli permise di esprimere appieno il suo gioco fantasioso ed aggressivo.
Il 25 febbraio 1985, quando Kasparov si era appena portato sul 3-5, dopo quarantotto partite di cui quaranta patte, cinque mesi di gioco e una situazione che non pareva destinata a sbloccarsi facilmente, la FIDE decise di sospendere la sfida e riproporla con regole nuove e, soprattutto, con un numero di partite limitato, come era stato nella tradizione fino al 1972. La sfida rimase così “senza decisione”: il campione rimase Karpov.
Anche in questo caso le polemiche non mancarono: Karpov, funzionario di lungo corso del PCUS, era sicuramente molto più gradito al governo russo del giovane ed irrequieto Kasparov, pure iscritto al Komsomo. Quest’ultimo non si fece scrupoli nel manifestare i propri dubbi sui possibili retroscena di questo cambiamento in corsa delle regole. Tuttavia, i sostenitori di Karpov ribadirono non senza ragione, al momento della sospensione, era il campione in carica a condurre il match e quindi, vedendosi cancellate cinque vittorie contro tre dello sfidante, fu quello maggiormente danneggiato.
La FIDE si difese sostenendo che un match di quella durata minava la salute dei contendenti e, soprattutto, finiva col paralizzare tutte le attività di alto livello dello scacchismo mondiale, impedendo perfino che iniziasse il nuovo ciclo del torneo dei candidati; la stampa aveva finito con il disinteressarsi all’evento e lo stesso governo sovietico sembrava in imbarazzo, poiché il match si era trovato ad occupare per parecchi mesi l’importante sala delle Colonne, nella quale erano previste anche altre manifestazioni.
Una partita della doppia K
1.d4 Nf6 2.c4 g6 3.Nc3 d5

4.Nf3 Bg7 5.Qb3 dxc4 6.Qxc4 O-O 7.e4 Na6 8.Be2 c5 9.d5e6 10.O-O exd5 11.exd5 Bf5 12.Bf4 Re8 13.Rad1 Ne4 14.Nb5 Qf6 15.Bd3 Nb4 16.Nc7 Nxd3 17.Nxe8 Rxe8 18.Qxd3 Qxb2 19.Rde1 Qb4 20.Nd2 Qa4

21.Qc4 Qxc4 22.Nxc4 Bc3 23.Nd2 Bxd2 24.Bxd2 Bd7 25.Bf4 Bb5 26.f3 g5 27.Bxg5 Bxf1 28.Kxf1 Nd6 29.Be7 Nc8 30.Bxc5 Rd8 31.Re5 f6 32.Rf5 b6 33.Bd4 Ne7 34.Bxf6 Rxd5 35.Rg5+ Rxg5 36.Bxg5 Nc6 37.Ke2 Kf7 38.Kd3 Ke6 39.Kc4 Ne5+ 40.Kd4 Nc6+ 41.Kc4

La sfida si ripete
L’incontro si ripeté pochi mesi dopo, sempre nella capitale russa ma in una sede più dismessa. Il punteggio era stato azzerato ed il regolamento era cambiato o per meglio dire, era tornato alle origini: era stato imposto il limite di ventiquattro partite e il titolo sarebbe andato a chi per primo avesse totalizzato sei vittorie oppure 12,5 punti; in caso di parità, come nel passato, il titolo sarebbe rimasto al campione in carica, che manteneva anche il diritto a chiedere la rivincita in caso di sconfitta. Kasparov aveva fatto tesoro dell’esperienza precedente: giocò in maniera brillante e riusci a spodestare Karpov con un punteggio pari a 13-11 (cinque vittorie contro tre).
Karpov e Kasparov si sedettero ancora tre volte davanti al tavolino per disputarsi il titolo mondiale: nel primo caso si trattò della rivincita chiesta da Karpov e nelle altre due occasioni quest’ultimo, mostrando una tenacia senza pari, vinse il torneo dei candidati.
Nel 1986, nel match disputatosi tra Londra e Leningrado, si disputò un’altra sfida molto combattuta con Kasparov che sopravanzò, di poco, l’avversario (12,5-11,5).
Nel 1987 a Siviglia si consumò una sfida ancor più drammatica delle precedenti: partendo da un punteggio di parità Karpov vinse il ventitreesimo incontro e si presentò all’ultima partita giocando coi pezzi neri e conducendo con un punto di vantaggio. Kasparov compì la grande impresa: complicò il gioco e, sfruttando un’imprecisione di Karpov vinse con il bianco. Il risultato finale fu di parità: 12 – 12, ma, in base al regolamento, il titolo restava al campione uscente. Nello stesso periodo Karpov si sposò in seconde nozze con Natasha, con la quale vive tutt’ora.
Nel 1990 Karpov vinse nuovamente il ciclo dei candidati sconfiggendo facilmente in finale l’olandese Jan Timman (6,5-2,5) e si guadagnò per la terza volta consecutiva il diritto a sfidare il campione in carica. Questa volta la sfida ebbe meno pathos: nel corso degli incontri Kasparov riuscì a portarsi in vantaggio di due punti su Karpov, che recuperò vincendo la ventitreesima partita quando ormai il punteggio era consolidato.
Oltre alle ragioni caratteriali e politiche di cui si è detto, ciò che costituiva il motivo di massimo interesse per gli appassionati e la stampa specialistica, era lo scontro tra due veri e propri titani della scacchiera. Le due ‘K’ con la loro forza di gioco avevano fatto il vuoto intorno a sé, mietendo allori in tutte le competizioni cui prendevano parte e lasciando agli altri solo le briciole. Due filosofie, due stili contrapposti ma entrambi vincenti: da un lato vi era Karpov, con la sua strategia inesorabile, la sua relativamente scarsa conoscenza delle aperture accompagnata però da un’assoluta maestria nei finali; dall’altra Kasparov, attaccante all’arma bianca, dotato di una memoria prodigiosa che gli permetteva di memorizzare innumerevoli varianti d’apertura e tattico sopraffino, sempre alla ricerca di soluzioni nuove.

Karpov riprende il titolo
Quando, nel 1992 Karpov perse per 4-6 la semifinale dei candidati contro Nigel Short, in un match disputato a Linares, in Spagna, il campione spodestato sembrava ormai destinato ad uscire dalla scena della lotta per il titolo. ma nel 1993, una sequenza di eventi inattesa riportò Karpov in vetta al mondo. Il disaccordo tra Kasparov e la FIDE giunse ad un punto di non ritorno: il casus belli fu causato essenzialmente a questioni economiche, ma l’astio tra il campione azero e il presidente Campomanes era nato dal lontano 1985, l’epoca del primo match Karpov – Kasparov interrotto durante la rimonta dello sfidante.
Poco prima dell’incontro per il titolo mondiale che l’avrebbe visto contrapposto a Short, Kasparov si ritirò dalla FIDE per dar vita alla propria federazione indipendente che aveva l’ambizione di raccogliere i consensi dei giocatori professionisti, e fu per questo chiamata Professional Chess Association (PCA). Uscendo dalla federazione, Kasparov portò con sé anche lo sfidante Short: il previsto incontro per il titolo FIDE sarebbe così divenuto la prima sfida per la corona della nuova federazione dissidente.
La federazione ufficiale corse al riparo dichiarando decaduti entrambi i fuoriusciti e richiamando in gioco i due giocatori sconfitti da Short rispettivamente in semifinale e in finale dei candidati, Karpov e Timman. In realtà, basandosi sui precedenti e segnatamente su quello del 1975 relativo allo stesso Karpov, la FIDE avrebbe dovuto assegnare il titolo direttamente a Timman, che aveva perso la finale dei candidati. La federazione ufficiale però non poteva lasciarsi rubare del tutto la scena dal match PCA e quindi aveva la necessità di contrapporgli un suo evento mediatico organizzando una sfida a sua volta. Soprattutto, la federazione di Campomanes aveva un grande bisogno di dare credibilità al suo titolo assegnandolo ad un giocatore che potesse essere riconosciuto come un vero campione del mondo.
Timman, il miglior scacchista dei Paesi Bassi dai tempi di Euwe, era un buon giocatore che però aveva toccato il massimo della sua forma agonistica oltre dieci anni prima e, a detta di quasi tutti i commentatori, era giunto alla finale dei candidati quasi per caso, battendo gli anziani Hübner e Korčnoj nelle eliminatorie e approfittando di uno scivolone di Jusupov nella semifinale.
Difficilmente un titolo in mano al pur volenteroso olandese avrebbe potuto competere in carisma con quello di Kasparov. Perciò la FIDE decise di ripescare il suo giocatore più rappresentativo e Karpov si ritrovò nuovamente a disputare un incontro per il titolo. Timman, come nelle previsioni, gli si rivelò di gran lunga inferiore e venne battuto con il largo punteggio di 12,5-8,5.
L’uomo degli Urali era nuovamente campione del mondo (anche se solo nella versione FIDE). Contemporaneamente Kasparov conquistava il titolo PCA contro Short, battendolo con una facilità ed un margine che Karpov non gli aveva mai concesso: al di là degli incidenti di percorso i due ‘K’ avevano dimostrato di essere in assoluto i più forti del mondo nonchè i veri campioni del mondo dell’epoca.
Il refresh
Il titolo riconquistato gli conferì una nuova linfa al campione russo che, nel corso della stagione successiva, riportò delle magnifiche vittorie anche in competizioni molto difficili.
Nel 1994 infatti Karpov fece suoi, tra gli altri, il torneo di Wijk aan Zee e, soprattutto, quello di Linares che, con una media di 2685, raggiunse la XIX categoria FIDE risultando il torneo più forte mai disputato nella storia degli scacchi sino ad allora.
In quest’ultima occasione Karpov totalizzò ben 11 punti su 13 disponibili e si prese il lusso di lasciare Kasparov e Širov alle sue spalle come secondi classificati a ben 2,5 punti di distanza.
In quegli anni Karpov si fece valere anche come giocatore di scacchi rapidi. In qualità di campione del mondo in carica fu invitato e trionfò al torneo San Giorgio su Legnano scacchi, nel giugno 1995. Quel torneo, fu disputato in un’unica giornata con partite da quindici minuti l’una, è noto perché registrò il maggior numero di iscritti di sempre in una singola competizione con ben 926 partecipanti.
La difesa del titolo e la sua rinuncia
Karpov difese il suo titolo nel 1996 a Ėlista contro Gata Kamskij (vincendo per 10,5-7,5) e nel 1998 a Losanna contro l’emergente talento indiano Vishy Anand, battuto per 5-3 allo spareggio semilampo dopo una sfida mozzafiato terminata in parità (3-3) nei primi sei incontri disputati a tempo standard.
Nel 1999 il presidente della FIDE, Kirsan Iljumžinov, succeduto a Campomanes, lanciò una nuova formula per il campionato mondiale di scacchi (che quell’anno si sarebbe tenuto a Las Vegas): non più una sfida tra il vincitore del torneo dei candidati e il campione in carica, ma una competizione ad eliminazione diretta con un tabellone simil tennistico basata su mini-match di due partite l’uno, con eventuali spareggi a gioco rapido. Karpov a queste condizioni si rifiutò di rimettere in palio il suo titolo, quindi come accadde in precedenza ai suoi rivali, Fischer e Kasparov, fu privato del suo scettro da una decisione d’ufficio della federazione.
Negli ultimi anni Karpov, pur senza mai annunciare un ritiro ufficiale, ha sensibilmente diminuito la sua presenza nelle competizioni. L’ex campione del mondo si è dedicato all’insegnamento e ad altre attività legate alla diffusione e al sostegno degli scacchi, come partite di beneficenza e simultanee in giro per il mondo. .
L’attuale ruolo di Karpov nella Fide
Nel 2010 Karpov corse per la presidenza della FIDE, tentando di spodestare Kirsan Iljumžinov. Nella campagna elettorale, che fu appoggiata da molte Federazioni e da diversi grandi maestri di punta, tra cui il suo antico avversario Kasparov, che lo accusò più volte di gestire la presidenza in modo troppo personale e con metodi non del tutto trasparenti.
Dopo un avvio che lo dava favorito, verso la fine dell’estate diventò chiaro che le sue probabilità di essere eletto erano molto basse. In settembre-ottobre il congresso FIDE di Chanty-Mansijsk confermò Iljumžinov presidente. Successivamente il Consiglio di Presidenza lo nominò “ambasciatore a vita” della FIDE.

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